LA FASCIA E IL SISTEMA NERVOSO: PER CAMBIARE LA FORMA
Estratto da centrostudikeiron.it
Addentriamoci maggiormente nell’argomento scrivendo qualcosa in più sul rapporto tra fascia e sistema nervoso: è possibile osservare modificazioni nella fascia dovute a ragioni meccaniche (traumi come urti, strappi, lacerazioni, lesioni varie, ecc.), ma anche modificazioni dovute alla mediazione del sistema nervoso. Infatti, come si vedrà, la fascia è innervata in modo particolarmente ricco, e le innervazioni della fascia sono la ragione per cui i maggiori cambiamenti a lungo termine che possiamo osservare nella medesima sono dovuti al sistema propriocettivo.
In molti approcci terapeutici che trattano la fascia, come la Terapia Craniosacrale, il Rolfing, ecc., gli operatori riferiscono di percepire, attraverso il tocco, alterazioni della viscosità , della densità , del tono della fascia dovute proprio all’applicazione di un certo tipo di pressione manuale. Certamente la fascia, come abbiamo detto finora, è adattabile agli stimoli fisici, ma questa proprietà non è sufficiente a spiegare come si possa ottenere un cambiamento di forma permanente anziché transitorio: pretendere che pressioni esercitate manualmente per pochi minuti possano causare una modificazione permanente nel tempo prendendo in esame solo la proprietà di reazione meccanica è un po’ come pensare di prendere permanentemente la forma della sedia sulla quale si è stati seduti un paio di ore! Alla luce delle più recenti scoperte, tali trasformazioni nel tono, nella viscosità , nella densità della fascia che possono condurre la nostra struttura ad un vero e proprio cambiamento di forma sono dovuti alla mediazione di ciò che ci consente di percepire tanto noi stessi quanto l’ambiente circostante: il sistema nervoso. In particolare, le capacità di autoregolazione di cui siamo dotati ci consentono di attuare il cambiamento di forma. Schleip (Schleip 1989) ha sperimentato che il trattamento manuale della fascia in persone sotto anestesia non dà luogo a risultati apprezzabili; la stessa cosa avviene trattando pezzi di carne fresca o nel trattamento dei cadaveri. Perché il trattamento della fascia sia efficace e dia luogo a cambiamenti a lungo termine, i soggetti trattati devono essere in grado di percepire. Senza una appropriata connessione neurale il tessuto connettivo non risponde.
Einstein, Podolski, Rosen. Questi tre fisici proposero un esperimento concettuale detto, appunto, EPR, per dimostrare che la teoria quantistica mostrava delle contraddizioni e che si rendeva necessaria l’introduzione di variabili nascoste ancora sconosciute. Essi partirono dall’assunto che il principio di località , o causalità locale, fosse assolutamente valido e non potesse essere violato. Ad esempio, se accade qualcosa sulla Luna, ciò non potrà avere ripercussioni immediate sulla Terra. La teoria quantistica viola la località poiché ammette che un evento sulla Luna abbia effetti sincronici sulla Terra, perdendo la relazione di causa-effetto.